L’acqua non è infinita: ricordiamoci di non sprecarla

[da Repubblica] Il sondaggio Ipsos “Acqua nelle nostre mani” realizzato per Finish rivela che due italiani su dieci ignorano il problema e ne sprecano tanta. Eppure basta poco per tagliare i consumi e risparmiare il bene più prezioso

In questi giorni di isolamento, chiusi in casa dopo aver provveduto a fare la spesa, ricordiamoci di un bene speciale che troppo spesso diamo per scontato: l’acqua. È un bene che per molti italiani sembra “infinito”, sempre a disposizione, quando in realtà lo scenario drammatico legato alla crisi climatica in corso e agli sprechi ci racconta qualcosa d’altro: stiamo già vivendo in un periodo di forte siccità e nel 2040, secondo il World Resources Institute, il rapporto fra l’uso d’acqua e l’approvvigionamento idrico in Italia diventerà talmente critico da non avere garanzie sull’acqua a disposizione in futuro. La crisi idrica infatti, che colpisce da Nord (con il Po a secco) a Sud (con la desertificazione in Sicilia), sta raggiungendo livelli sempre più intensi.

Per questo, in vista del 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, È fondamentale riflettere su come possiamo preservare, proteggere e tutelare quello che dovrebbe essere un diritto essenziale per tutti, oggi minacciato da sprechi e scarsità.
Come ci ricorda il rapporto “Acqua nelle nostre mani” realizzato da Finish per sensibilizzare l’opinione pubblica e realizzato grazie a un sondaggio Ispos, in Italia due delle criticità maggiori legate alle risorse idriche sono l’”inconsapevolezza del problema” e l’enorme spreco di acqua.

Sebbene sempre più attenti alla sostenibilità, gli italiani non sembrano infatti essere particolarmente preoccupati dalla questione “scarsità d’acqua” che è oggi un tema in secondo piano rispetto a rifiuti o inquinamento. Nel sondaggio, realizzato su un campione di mille persone fra 18 e 65 anni, emerge ad esempio che solo 2 italiani su 10 pensano che la scarsità d’ acqua sia già un problema (3 su 10 al Sud, dove la crisi si fa sentire di più).

Il 71% degli intervistati sostiene ad esempio che la carenza è una questione relativa “solo a certe parti dell’anno o solo ad alcune zone”. C’è perfino una percezione sbagliata di quanto consumiamo: crediamo di usare 100 litri al giorno ma in realtà una famiglia italiana consuma in media 500 litri al giorno (più di duecento a persona), una quantità insostenibile in relazione alla crisi in corso.

Ecco perché, ricorda il report, è necessario “diffondere la conoscenza del problema come primo passo per iniziare a cambiare le cose”. Con piccole attenzioni, si può già fare molto: ad esempio innaffiare la sera per evitare dispersione col calore (cosa che 2 italiani su 3 già fanno); usare elettrodomestici come la lavastoviglie senza prelavare a mano (il prelavaggio comporta uno spreco di 38 litri); installare limitatori di flusso per i rubinetti e preferire sempre brevi docce anziché il bagno in vasca. La vasca, che sei italiani su dieci hanno in casa, è un lusso deleterio dato che per un solo bagno si consumano anche 100 litri d’acqua. Pensiamoci, in questi giorni di “clausura”: così come la libertà, anche l’acqua dovrà continuare ad essere un diritto essenziale per tutti, ma serve un impegno globale.

(L’articolo è tratto da Scienze, l’inserto di Repubblica dedicato a scienze, tecnologia e ambiente oggi in edicola)

213847916-c90cf74a-fc46-425a-8fdb-2ed3e121908d 213921426-f17197ac-f6f1-41f6-be9d-d0af4e778fda 213939704-b7af3d4f-25cc-4ff2-b863-64b5f85e9fef 214013334-1e84e5f9-74fe-4c3b-82ff-247dac5f4224